Inkariy by Hernán Huarache Mamani

Inkariy by Hernán Huarache Mamani

autore:Hernán Huarache Mamani
La lingua: ita
Format: mobi
ISBN: 9788858503522
editore: Piemme
pubblicato: 2016-07-11T22:00:00+00:00


Capitolo Undici

IL SILENZIO,

CONSIGLIERE DELL’ANIMA

Lo spavento vissuto da Aurora si ripresentò, improvviso, quando la ragazza si svegliò, il giorno successivo, con una terribile emicrania. Avvertiva una fitta alla fronte e una forte pressione alla nuca, il corpo le pareva pesante in modo innaturale e le doleva ovunque, come se avesse ricevuto una sonora bastonatura. Inoltre aveva la sensazione di non essere più se stessa, che qualcosa in lei fosse cambiato. Grazie alle competenze mediche, si rendeva conto di essere debole, quasi fosse in preda a una grave malattia. Si sentiva fragile e desiderava ricevere attenzioni e cure.

Quando il sole iniziò a riscaldare l’ambiente e nella capanna penetrò la luce del mattino, Atao, su consiglio di tata Illariy, la trasferì nella parte più buia della casa, in un altro letto, e, per rassicurarla, l’abbracciò con tenerezza. Nei suoi occhi non si leggevano né odio, né collera, soltanto comprensione e grande affetto. Aurora non riusciva a parlare, pensava soltanto: che cosa le era mai accaduto, per essere ridotta in quelle condizioni? Per il momento doveva recuperare le forze e la salute e si limitò a sperare di ristabilirsi presto. In quelle circostanze, desiderava rifugiarsi tra le braccia del suo uomo. Le era necessario più che mai, Atao era il suo unico sostegno, la sua unica protezione, visto che si sentiva tanto indifesa e sfibrata.

Il curandero aveva trasferito i bagagli dalla casa di Tomás Chilque alla capanna dell’anziano su espressa indicazione di quest’ultimo. Presso di lui Aurora doveva osservare alcuni giorni di assoluto riposo, senza mai vedere la luce del sole, per riprendersi dallo spavento e guarire in fretta. Infatti Illariy, dopo averla osservata meglio, al termine della cerimonia, aveva sentenziato: «Questa donna ha un carattere forte, è curiosa, piena di energia e, cosa più importante, riesce a vedere e a sentire i grandi spiriti. Potrebbe diventare una brava curandera. Qui potremo prenderci cura di lei e guarirla, in caso contrario impazzirà».

Aurora ascoltava ogni conversazione, ma non comprendeva: le pareva che i due uomini si esprimessero in una lingua sconosciuta; li osservava, però aveva perduto il raziocinio e la facoltà di parola, come se un meccanismo interiore si fosse inceppato, inoltre, parecchi altri muscoli non rispondevano agli stimoli volontari. Una parte del corpo sembrava addormentata, il resto era dolorante.

Per svariati giorni restò convalescente in quella stanza. Con il trascorrere del tempo riconquistò, a poco a poco, il controllo dei muscoli e il dominio delle facoltà. Si sentiva ritornare lentamente alla vita. Man mano che i suoi pensieri si facevano più distinti, si chiedeva sempre più spesso: che cosa le era accaduto? Perché si sentiva così?

Stando a tata Illariy, vedere gli esseri di luce senza possedere la preparazione di un iniziato era un’esperienza troppo intensa, per la quasi totalità degli esseri umani. Pochissimi sarebbero stati in grado di superare la prova. I curanderos potevano venire in contatto con le creature soprannaturali grazie a un accurato addestramento.

«Io stesso» confidò Atao ad Aurora «sono stato a lungo malato, dopo aver visto un essere luminoso. L’impatto con la



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